The Walk

TheWalk

Poi c’è un momento, ma è solo un momento, che può essere chiamato “stato di grazia”, in cui la persona diventa la forma stessa dell’equilibrio, lo incarna come uno stato naturale dell’essere. Scompare allora la fatica della scelta, lo sforzo della disciplina. E l’equilibrio diventa abbandono.

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Rifugio Benigni

Rifugio Benigni dal lago Piazzotti
Rifugio Benigni dal lago Piazzotti

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C’è chi

C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita.
È tutto in ordine dentro e attorno a lui.
Per ogni cosa ha metodi e risposte.

È lesto a indovinare il chi il come il dove
e a quale scopo.

Appone il timbro a verità assolute,
getta i fatti superflui nel tritadocumenti,
e le persone ignote
dentro appositi schedari.

Pensa quel tanto che serve,
non un attimo in più,
perché dietro quell’attimo sta in agguato il
dubbio.

E quando è licenziato dalla vita,
lascia la postazione
dalla porta prescritta.

A volte un po’ lo invidio
– per fortuna mi passa.

Wislawa Szymborska – da Basta così, Adelphi

Tutti muoiono, non tutti però vivono veramente

BraveheartSiete venuti a combattere da uomini liberi, e uomini liberi siete: senza libertà cosa farete? Combatterete? Certo, chi combatte può morire, chi fugge resta vivo, almeno per un po’… Agonizzanti in un letto fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere l’occasione, solo un’altra occasione di tornare qui sul campo ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà!
William Wallace (Bravehart)

Istanti

Se io potessi vivere un’altra volta la mia vita
nella prossima cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei pochissime cose sul serio.
Sarei meno igienico,
correrei più rischi,
farei più viaggi,
guarderei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei più fiumi,
andrei in posti dove mai sono andato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali e meno immaginari.
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Il sentiero dei nidi di ragno

ItaloCalvino_IlSentieroDeiNidiDiRagnoPin è seduto sulla cresta della montagna, solo: rocce pelose d’arbusti scendono a picco ai suoi piedi, e s’aprono vallate, fin giù nel fondo dove scorrono neri fiumi. Lunghe nuvole salgono per i versanti e cancellano i paesi spersi e gli alberi. E successo un fatto irrimediabile, ormai: come quando ha rubato la pistola al marinaio, come quando ha abbandonato gli uomini dell’osteria, come quando è scappato dalla prigione. Non potrà più ritornare con gli uomini del distaccamento, non potrà mai combattere con loro.

È triste essere come lui, un bambino nel mondo dei grandi, sempre un bambino, trattato dai grandi come qualcosa di divertente e di noioso; e non poter usare quelle loro cose misteriose ed eccitanti, armi e donne, non potere far mai parte dei loro giochi. Ma Pin un giorno diventerà grande, e potrà essere cattivo con tutti, vendicarsi di quelli che non sono stati buoni con lui: Pin vorrebbe essere grande già adesso, o meglio, non grande, ma ammirato o temuto pur restando com’è, essere bambino e insieme capo dei grandi, per qualche impresa meravigliosa.

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Memorie di Adriano – Mi era noto ogni miglio delle nostre strade

MemorieDiAdrianoSu venti anni di potere, dodici li ho trascorsi senza fissa dimora. Ho abitato di volta in volta i palazzi dei mercanti in Asia, le oneste case greche, le belle ville munite di bagni e stufe dei residenti romani in Gallia, i tuguri, le fattorie. La tenda, quella leggera architettura di tela e di corde, era ancora l’abitazione che preferivo. Non meno varie la navi delle abitazioni; ebbi la mia, provvista di un ginnasio e d’una biblioteca, ma diffidavo troppo di qualsiasi forma di stabilità per legarmi a una dimora, anche se mobile: la barca di piacere d’un ricco siriano, i vascelli d’alto bordo della nostra flotta o il caicco d’un pescatore greco andavano per me egualmente bene. L’unica mia esigenza era la velocità e tutto ciò che la seconda i cavalli migliori, le vetture più molleggiate, i bagagli meno ingombranti, gli abiti, le suppellettili più adatte al clima. Ma la grande risorsa era, innanzi tutto, lo stato perfetto del corpo: una marcia forzata di venti leghe non era niente; una notte insonne la consideravo null’altro che un invito a pensare. Sono pochi gli uomini che amano viaggiare a lungo; è una frattura continua di tutte le abitudini, una smentita inflitta incessantemente a tutti i pregiudizi. Ma io facevo di tutto per non aver alcun pregiudizio, e pochissime abitudini. Leggi tutto “Memorie di Adriano – Mi era noto ogni miglio delle nostre strade”

Memorie di Adriano – Scegliere i capi

MemorieDiAdrianoNoi siamo funzionari dello Stato, non siamo Cesari. Aveva ragione quella postulante, che m’ero rifiutato un giorno di ascoltare fino alla fine, quando esclamò che se mi mancava il tempo per darle retta, mi mancava il tempo per regnare. Le scuse che le feci non erano solo formali. E, tuttavia, il tempo mi manca: più l’impero si estende, più i vari aspetti dell’autorità tendono a concentrarsi nelle mani del funzionario in capo; quest’ultimo oberato necessariamente deve scaricare su altre persone una parte dei suoi compiti; il suo genio consiste sempre più nel circondarsi di gente fidata. Il peggior crimine di Claudio e di Nerone fu di lasciare pigramente che i loro liberti o i loro schiavi s’impadronissero di queste funzioni di agenti, consiglieri, delegati del capo supremo.

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Il posto

IlPosto_AnnieErnauxFacevo i compiti, ascoltavo i dischi, leggevo, sempre in camera mia. Scendevo soltanto per mettermi a tavola. Mangiavamo senza parlare. In casa non ridevo mai. Facevo “dell’ironia”. É il periodo in cui tutto ciò che mi tocca da vicino mi è estraneo. Sto emigrando lentamente verso un mondo piccoloborghese, ammessa alle feste danzanti la cui unica condizione di accesso, tuttavia così difficile, consiste nel non essere sfigati. Tutto ciò che mi piaceva mi sembra ora paccchiano, Luis Mariano, i romanzi di Marie-Anne Desmarest, Daniel Gray, il rossetto e la bambola vinta alla fiera che sfoggia il suo vestitino di paillette sul mio letto. Persino le idee diffuse nell’ambiente da cui provengo mi paiono ridicole, dei pregiudizi, ad esempio, «la polizia, ce n’è ben bisogno» 0 «è la leva che rende uomini». L’universo, per me, si è capovolto.

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