L’Italia riemerge dalle urne europee meno bipartitica e apparentemente meno berlusconiana. Non c’è stato il plebiscito a favore del presidente del Consiglio, temuto e sbandierato dall’opposizione; e accreditato dallo stesso Silvio Berlusconi. Emerge invece il riequilibrio dei rapporti di forza nel centrodestra fra Pdl e Lega: col partito di Umberto Bossi proiettato verso il primato nel nord; e capace di infiltrarsi con un risultato a due cifre anche a sud del fiume Po. E’ la conferma di un Carroccio in ascesa e il presagio di un’ipoteca sul governo, foriera di tensioni interne.
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Elezioni 2009 ad Almenno
Comunali
3769 votanti su 4809 (78,37%) – 79 schede bianche e 81 schede nulle
Lista |
Voti |
% |
Lega Nord (Natali Carlo) |
1603 |
44,41 |
Civica Unione per Almenno (Panza Lina) |
1429 |
39,59 |
Il Popolo della libertà (Arrigoni Roberto) |
577 |
15,98 |
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Primo Maggio – Festa dei lavoratori
I lavoratori che oggi festeggiano il Primo Maggio stanno vivendo la crisi economica in modi molto diversi tra loro. Ci sono quelli — soprattutto dipendenti pubblici stabili, ma non soltanto — che dalla crisi traggono vantaggio: al riparo dalla tempesta, beneficiano della riduzione della rata del mutuo e di molti prezzi al consumo.
Poi ci sono quelli che invece questa crisi la soffrono, eccome. Centinaia di migliaia di titolari di contratti a termine, lavoratori «a progetto», «partite Iva» simulate, che hanno perso o stanno perdendo il posto senza un giorno di preavviso e senza una lira di indennità di disoccupazione. I dipendenti di aziendine cui è stato tolto l’appalto di servizi. I lavoratori in Cassa integrazione, che allo scadere della cinquantaduesima settimana perdono il sussidio. Stanno col fiato sospeso anche i lavoratori di aziende private per i quali fin qui il lavoro non è mancato, ma è pur sempre a rischio.
Abruzzo – Ricostruire salvando l’anima
Ricorderemo questa Pasqua come linea di confine tra un prima e un dopo. Chi, come me, ha avuto modo di aggirarsi, nelle ore successive alla tragedia, in quella città fantasma, fra moncherini di basiliche e scorci anatomici di palazzi storici sventrati, si rende conto che un’intera comunità, orgogliosa delle sue sedi universitarie, teatro, concerti, conventi, caserme… è stata azzerata in pochi secondi. Girando per il centro dell’Aquila, ho rivisto, con gli occhi della mente, la gente che, fino a qualche ora prima, lo riempiva. Ho riudito il vociare del mercato di Piazza Duomo, degli studenti nei portici e nei locali, quello dei ragazzi all’uscita dalla scuola. Volti fiduciosi di bambini, svaniti dentro piccole bare bianche. Ho incontrato, per il corso, l’intero popolo di coloro che sono scomparsi.
Quanti giovani. Ma una città come questa o viene ricostruita com’era o tanto vale cambiarle nome. Il sisma, in passato, l’ha distrutta altre volte ed è riuscita a risorgere uguale e migliore, benché con immensi sforzi. Accadrà anche questa volta? Voglio crederlo. Ogni città possiede una sua atmosfera originale. E, quando essa svanisce, non scompaiono solo gli edifici, ma un certo clima spirituale, un’«anima» modellatasi nel tempo, un particolare modo di vedere le cose. Solo una forte tenacia, unita a senso d’identità, potrà ridare vita a questa civiltà, severa e raffinata, schiva e umana, simboleggiata dalle chiese quadrangolari che si stagliano, con i loro rosoni, sul verde cupo del monte. (…)
Avvenire – Luciano Verdone, docente di filosofia a Teramo
20 secondi
Il terremoto in Abruzzo ha colpito nella notte. Sono stati svegliati all’improvviso dalla terra che brontola e si scuote. Con terrore hanno cercato di mettersi in salvo scappando dalle proprie case. Il resto l’ha fatto il destino.
Alcuni non ce l’hanno fatta e hanno perso la vita sotto la propria casa distrutta. Altri si sono salvati ma hanno perso i propri cari sotto le macerie. Alcuni hanno perso gli amici, i vicini di casa, i compagni di scuola o di lavoro.
Tanti hanno perso la casa e ogni cosa: oggetti di uso quotidiano, oggetti cari e ricordi. Hanno perso anche i punti di riferimento dei propri luoghi di vita: la via, la piazza, la chiesa, la scuola.
In un attimo hanno visto infranti sogni e progetti. Per chi ha vissuto direttamente questa terribile esperienza e per chi l’ha solo vista tramite le notizie dei giornali e della televisione è stata l’occasione per riflettere su quanto siamo fragili in questo mondo e quanto è precaria la nostra vita.
E’ stata anche l’occasione per scoprire quanto coraggio e quanta forza possiamo esprimere anche nei momenti più terribili. E’ stata l’occasione per dimostrare la solidarietà e la generosità.
Ora si deve ripartire dalla speranza nel futuro…
Una nave italiana porta in salvo 350 clandestini
“Di notte, illuminata dai nostri fari, una scena apocalittica quella che ci siamo trovati davanti. Centinaia di uomini inermi ammassati nel buio. Non lo scorderò mai”. Il comandante Francesco Barraco, ha 40 anni ed è di Trapani. È sua l’Asso 22, la nave italiana che ha messo in salvo, nelle acque libiche, 353 migranti che stavano per essere inghiottiti dalle acque.(…)
“Sono un marinaio, figlio di marinai, anch’io ho dei figli e quando ho ascoltato il “mayday”, il macchinista ha dato gas ai motori”. La radio gracchiava in continuazione: tutti gridavano “mayday”, “mayday”, chiedevano aiuto, chiedevano di essere salvati. (…) Leggi tutto “Una nave italiana porta in salvo 350 clandestini”