È un momento critico per il mercato del latte. A lanciare l’allarme sono gli allevatori che soffrono la concorrenza straniera e corrono il rischio di trovarsi le stalle piene di latte invenduto. Oltre a fare i conti con un prezzo di vendita in caduta libera, dai 42 centesimi al litro del 2007-2008 si è scesi a 29, gli allevatori soffrono l’arrivo copioso di latte a basso prezzo proveniente dai Paesi comunitari: soprattutto Francia e Germania. (…)
Per Dario Vitali, presidente della sezione latte di Confagricoltura Bergamo, «la tendenza delle industrie è di produrre formaggio con latte straniero che costa dai 21 ai 24 centesimi al litro, trasporto compreso: concorrenza che sta penalizzando i nostri produttori». (…) «Nei caseifici si trasforma latte straniero ma esce formaggio italiano – sottolinea Aurelio Rossi, presidente della Cooperativa produttori agricoli Valle Seriana che conta 60 soci -. (…)
Eco di Bergamo
Come possiamo accettare che un contadino sia costretto a svendere il proprio latte a 21/24 centesimi al litro? Perchè ci troviamo a consumare taleggio prodotto con latte tedesco o francese? E’ una conseguenza delle nostre scelte di acquisto. Veniamo continuamente attirati dalle offerte della grande distribuzione e indotti a orientare le nostre scelte di acquisto dando priorità al prezzo e alla quantità. Siamo sempre alla ricerca dell’offerta più vantaggiosa e del prezzo più conveniente. L’effetto finale è quello di danneggiare le nostre economie e di mettere in crisi il nostro sistema produttivo. Vale per tutti i settori, non solo per quello alimentare: l’abbigliamento, i casalinghi, la cancelleria, i giocattoli, ecc. Ci vediamo costretti a smettere di essere un popolo di produttori e a rimanere un popolo di consumatori. E poi arriva la crisi…
Possiamo incidere su queste situazioni ponendo attenzione nella scelta dei nostri acquisti: controlliamo la provenienza dei prodotti che acquistiamo, introduciamo anche il criterio della qualità nelle nostre valutazioni, diamo preferenza a prodotti che non si fondano sullo sfruttamento del lavoro, evitiamo gli acquisti presso la grande distribuzione, acquistiamo presso cooperative, gruppi di acquisto oppure direttamente dal produttore.