Quando nacque il Terzo Programma, il 1° ottobre 1950, l’Italia era diversa e più povera, anzi era diverso e più povero tutto: l’economia, i consumi culturali, le comunicazioni. Eppure si aprì uno spazio nel quale risuonava una vibrazione nuova. Una radio destinata a trasmettere la bellezza del mondo: la musica, la letteratura, i libri, il teatro, la scienza, senza ignorarne i conflitti e le contraddizioni. Una radio di suoni e di idee, di musiche mai banali, di parole mai vuote. Per una cultura che non apparisse mai evasione o decorazione. In questi sessanta anni sono cambiati il mondo e l’Italia, ma anche Radio3. Eppure, quella vocazione iniziale rimane intatta. “Sempre Nuova Radio3” vuol dire questo: una rete che rifiuta ogni compiacimento autosufficiente, affronta con coraggio i cambiamenti, rinnova linguaggi e suoni, perché sa di essere qualcosa di unico, sente il valore di eredità ignorate altrove. Con quella ricchezza sfida la contemporaneità. Non come un’isola felice, beata e separata, secondo quello che magari con entusiasmo ci dicono in molti. Una penisola, semmai: ben attaccata al resto del mondo ma un po’ o molto diversa.
Un medium molto vitale
Dichiarazione di dipendenza – Radio 3 RAI