I primi fiori che segnano l’arrivo della primavera


Nei boschi sono comparsi i primi fiori che segnano l’arrivo della primavera: campanelle, anemoni e primule.

Campanellino (Amaryllidaceae – Leucojum vernum)
Anemone epatica o fegatella (Ranuncolaceae – Hepatica nobilis)
Primula (Primulaceae – Primula vulgaris)

Mio fratello che guardi il mondo

Mio fratello che guardi il mondo
e il mondo non somiglia a te
mio fratello che guardi il cielo
e il cielo non ti guarda.

Se c’è una strada sotto il mare
prima o poi ci troverà
se non c’è strada dentro al cuore degli altri
prima o poi si traccerà.

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Imparare a memoria salva i giovani dal labirinto del nichilismo

“Non è più tanto o solo questione di imparare a memoria A Zacinto o La cavalla storna. Il problema è che l’impazienza e la distrazione scolastiche producono inesperienza della vita. Leggere e ricordare un libro (una storia di carta: I promessi sposi, per esempio) è, all’opposto, un’occasione formativa: fornisce modelli, schemi di classificazione, paradigmi di bellezza, che consentono di interpretare il futuro.”

La disaffezione nei confronti della memoria identifica lo spirito di un’epoca che, abdicando al proprio destino, ha eletto il divertimento, cioè la distrazione, a stile di vita collettivo. Ci si potrebbe chiedere, perciò, se ancora convenga percorrere la strada opposta, almeno in talune circostanze. A scuola, per esempio.

Che a scuola ci si possa divertire, è un fatto, da cui, tuttavia, non è lecito desumere che tale sia – della scuola – la funzione primaria. La scuola serve infatti a educare, ossia a trasmettere una grammatica – un repertorio di conoscenze stabili, principi oggettivi, criteri di giudizio universali -, che permetta, poi, di riconoscere le evenienze della vita, dando loro un nome, e un valore. Il valore della memoria consiste, da questo angolo d’osservazione, nella memoria dei valori: nella progressiva presa di coscienza di quei paradigmi e canoni (evidenze ed esigenze) che definiscono la natura originale dell’uomo, e quindi rendono possibile un ethos condiviso.

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Il diritto di sognare un’Italia pulita

“Forse un mondo migliore non esiste, ma credo nella possibilità di migliorare il mondo. Per questo sento che è il tempo per tornare a sognare. Non sembri scontato e retorico e anche se lo fosse ben venga. Ma sognare un paese diverso non può che essere il carburante vivo e persino divertente del tentativo di cambiare le cose. Di cercare una felicità possibile. Una felicità semplice, fatta di un lavoro dignitoso, della possibilità dell’individuo di provare quanto vale. Di ricevere quanto merita. Non è il sogno di un paradiso inesistente ma di un luogo un po’ diverso, dove l’ingiustizia, il favore, la raccomandazione del potente di turno per ottenere un lavoro o addirittura un posto in consiglio regionale o in parlamento, non esistano più. I valori che ci fanno in questo momento stare insieme sono sepolti con l’urgenza di identificare ciò che non siamo ciò che non vogliamo. Ora è il tempo di dire anche ciò che siamo e ciò che vogliamo.”

L’ITALIA oggi non è un paese libero. Sia chiaro: non sto dicendo che la situazione italiana sia in qualche mondo comparabile con i totalitarismi del passato. Niente a che vedere con fascismo o comunismo, è ovvio. Ma ciò non ci deve impedire di dire che oggi chiunque attacchi il governo sa che subirà un’intimidazione, una forma di ritorsione. Sa che potrebbe essere colpito, lui, o i suoi cari, da una qualche veline infamante che cercherà di sporcarlo davanti all’opinione pubblica.

La libertà non può esistere solo come costruzione astratta o peggio come principio.

“La libertà politica – scriveva Salvemini – è sostanzialmente il diritto del cittadino di dissentire dal partito al potere. Da questo diritto di opporsi al potere nascono tutti gli altri diritti”.

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Non possiamo accettare sempre tutto

Oggi pomeriggio si terrà una manifestazione a Milano organizzata dal movimento “Libertà e Giustizia” per chiedere le dimissioni del nostro presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Avrei voluto partecipare sia perchè questo incontro è organizzato da una organizzazione non politica e autorevole e sia perchè interverranno diversi personaggi che stimo.Per maggiori informazioni potete utilizzare questo link: http://www.libertaegiustizia.it. “Libertà e giustizia” ha lanciato una raccolta firme che ha raggiunto le 100.000 adesioni.

Non possiamo accettare sempre tutto.
Non può essere sempre tutto uguale.
Non possiamo giustificare sempre.
Non possiamo accettare sempre compromessi.
Non possiamo essere sempre indifferenti all’arroganza, all’ingiustizia, alla mancanza di rispetto e di valori.

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Le oligarchie dei giri che infettano la democrazia

Tra tutti i regimi politici, la democrazia è quello che più si presta a generare e mimetizzare oligarchie. Oggi, questa tematica è trattata parlando di caste. Nessuno, credo, pensa alle caste indiane o ai mandarini cinesi. Ogni sistema castale comporta stratificazioni sociali per piani orizzontali paralleli, sovra- e sottoordinati, più o meno impermeabili. A ciascuno di questi piani corrispondono stili di vita, gusti, culture, letteratura, musica, teatro, talora lingue, abitudini alimentari, leggi particolari.

Oggi, nulla di tutto ciò. Le oligarchie odierne, in società di individui sciolti da appartenenze e liberi di fare di sé quel che vogliono e di legarsi a chi vogliono, si costruiscono, si modificano e si distruggono su moti circolari ascendenti e discendenti dove tutti si confondono. Per comprendere la differenza, occorre partire da un po’ più lontano, dal conflitto tra chi appartiene e chi non appartiene a un qualche «giro» o cerchia di potere. Intendo con questa espressione – il giro – esattamente ciò che vogliamo dire quando, di fronte a sconosciuti dalla storia, dalle competenze e dai meriti incerti, o dai demeriti certi, i quali occupano posti inconcepibili per loro, ci domandiamo: a che giro appartengono? I giri sono la nostra costituzione materiale.

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Ragazzo mio

Ragazzo mio, un giorno ti diranno che tuo padre
aveva per la testa grandi idee, ma in fondo, poi….
non ha concluso niente
non devi credere, no, vogliono far di te
un uomo piccolo, una barca senza vela
Ma tu non credere,no, che appena s’alza il mare
gli uomini senza idee, per primi vanno a fondo
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Basta con le ruspe, salviamo l’Italia

“Non lasciamoci distruggere paesaggi e luoghi del cuore. Non lasciamoci privare di ciò che non ha prezzo: la bellezza. Perché guardatevi attorno: c’è in ogni luogo, soprattutto nelle cose piccole che stanno sotto i nostri occhi. È una forma di poesia disponibile ovunque, che non dobbiamo farci togliere, che merita devozione e rispetto, che ci salva l’anima, tutti i giorni.”

Visto che in tv i plastici per raccontare i crimini più efferati sembrano diventati irrinunciabili, vorrei allora proporne uno di sicuro interesse: una riproduzione in scala dell’Italia, un’enorme scena del delitto. Le armi sono il cemento di capannoni, centri commerciali, speculazioni edilizie e molti impianti per produrre energia, rinnovabile e non; i moventi sono la stupidità e l’avidità; gli assassini tutti quelli che hanno responsabilità nel dire di sì; i complici coloro che non dicono di no; le vittime infine gli abitanti del nostro Paese, soprattutto quelli di domani.

I dati certi su cui fare affidamento sono pochi, non sempre concordanti per via dei diversi metodi di misurazione utilizzati, ma tutti ci parlano in maniera univoca di un consumo impressionante del territorio italiano. Stiamo compromettendo per sempre un bene comune, perché anche la proprietà privata del terreno non dà automaticamente diritto di poterlo distruggere e sottrarlo così alle generazioni future. Leggi tutto “Basta con le ruspe, salviamo l’Italia”