Laggiù un pastorello suonava un flauto di legno: una strana melodia che mi pareva di aver già sentito, non so dove. Di sicuro non in via Uppland.
Ci arrestammo a parlare col pastorello. Si chiamava Nanno. Lo pregai di prestarmi per un attimo il suo zufolo, ed egli mi insegnò anche a suonare la melodia di prima.
“Se volete, posso farvi un flauto per uno” disse Nanno.
Non ci pareva vero. Un ruscello scorreva lì accanto e un salice lasciava pendere i rami fino all’acqua. Nanno andò a tagliare un ramo del salice e mentre lui intagliava i nostri flauti di legno, noi ce ne stavamo seduti sulla sponda a sguazzare con i piedi nell’acqua. Anche Jum-Jum imparò a suonare quella strana melodia; Nanno disse che era antica, più antica di qualsiasi melodia del mondo. I pastori la suonavano nei pascoli già da migliaia e migliaia di anni fa, disse Nanno.
Lo ringraziammo per averci fatto i flauti e per averci insegnato quella musica antica. Poi rimontammo su Miramis e ci allontanammo al galoppo. Sempre più lontano risuonava il flauto di Nanno.