Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volareZorba leccò la testa della piccola gabbiana. Rimpianse di non aver chiesto alla madre come si chiamava, perchè se la figlia era destinata a proseguire il suo volo interrotto dalla disgrazia, sarebbe stato bello che portasse lo stesso nome.

“Visto che la pulcina ha avuto la fortuna di cadere sotto la nostra protezione” miagolò Colonnello, “propongo di chiamarla Fortunata”.

“Per il fegato del merluzzo! E’ un bel nome!” approvò contento Sopravento. “Mi ricorda una splendida goletta che ho visto una volta nel mar Baltico. Si chiamava così, Fortunatam ed era tutta bianca”.

“Sono sicuro che un giorno farà qualcosa di importante, di straordinario, e allora il suo nome verrà inserito nel sesto volume, lettera F, dell’enciclopedia” affermò Diderot.

Tutti furono d’accordo sul nome proposto da Colonnello. Così i cinque gatti formarono un cerchio intorno alla piccola gabbiana, si alzarono in piedi sulle zampe posteriori e, allungando quelle davanti fino a coprirla con un tetto d’artigli, miagolarono la rituale formula di battesimo dei gatti del porto.

“Ti salutiamo Fortunata, amica dei gatti!”

“Urrà! Urrà! Urrà!” esclamò felice Sopravento.

Luis Sepulveda – Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

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