Basta con le ruspe, salviamo l’Italia

“Non lasciamoci distruggere paesaggi e luoghi del cuore. Non lasciamoci privare di ciò che non ha prezzo: la bellezza. Perché guardatevi attorno: c’è in ogni luogo, soprattutto nelle cose piccole che stanno sotto i nostri occhi. È una forma di poesia disponibile ovunque, che non dobbiamo farci togliere, che merita devozione e rispetto, che ci salva l’anima, tutti i giorni.”

Visto che in tv i plastici per raccontare i crimini più efferati sembrano diventati irrinunciabili, vorrei allora proporne uno di sicuro interesse: una riproduzione in scala dell’Italia, un’enorme scena del delitto. Le armi sono il cemento di capannoni, centri commerciali, speculazioni edilizie e molti impianti per produrre energia, rinnovabile e non; i moventi sono la stupidità e l’avidità; gli assassini tutti quelli che hanno responsabilità nel dire di sì; i complici coloro che non dicono di no; le vittime infine gli abitanti del nostro Paese, soprattutto quelli di domani.

I dati certi su cui fare affidamento sono pochi, non sempre concordanti per via dei diversi metodi di misurazione utilizzati, ma tutti ci parlano in maniera univoca di un consumo impressionante del territorio italiano. Stiamo compromettendo per sempre un bene comune, perché anche la proprietà privata del terreno non dà automaticamente diritto di poterlo distruggere e sottrarlo così alle generazioni future. Leggi tutto “Basta con le ruspe, salviamo l’Italia”

Amiamo questa terra. È la nostra cultura

“Dimentichiamo che l´unica ricchezza di cui non potrà mai fare a meno questo Paese è il nostro territorio, perché è lui in primis che esprime la grandezza della nostra cultura, tutto ciò che ci piace identificare come “Italia”. (…) Ci vuole cura del territorio, amore sincero. Un amore che parte dal locale, da quel campo dove con passione si fa piccola agricoltura, dal quel rio che lo irriga con acque pulite e sicure, dai bordi delle strade statali disseminate di rotonde (che però fanno tanto “politica del fare”), dalla piazzetta anche più insignificante. Amore che puntualmente poi arriva al globale: al “Made in Italy” che gira per il mondo, ai luoghi turistici che entrano nelle classifiche dei posti più affascinanti del Pianeta, ai nostri monumenti simbolo.”

La metafora di un´Italia che cade a pezzi in molti luoghi del Paese si è tramutata in realtà concreta: l´alluvione in Veneto, il crollo a Pompei, in queste ore esondazioni e smottamenti al Sud. (…) La politica ci ha messo un po´ a distrarsi da se stessa: giusto per dire che su Pompei non ha responsabilità, per fare tardiva presenza nei luoghi colpiti dall´alluvione o per non perdere un´altra occasione di visibilità mediatica. Sembra che molta parte del mondo politico non ami più l´Italia.

E siamo proprio sicuri che anche il popolo che esso rappresenta non abbia smesso di farlo da tempo? Perché chi ama qualcosa ne ha cura, lo custodisce, lo alimenta, ne immagina il futuro e cerca di prevenire ogni danno all´oggetto del proprio affetto. La cura non può essere un rimedio, come ci stanno dimostrando accorrendo affannati sui luoghi dei disastri. Essa deve partire prima, da più lontano, e raccogliere frutti dopo, lontanissimo.

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