Avevo letto il libro e visto il film, dove Pereira è interpretato da Marcello Mastroianni, tantissimi anni fa e mi era rimasta impressa nella memoria la frase “Sostiene Pereira” ripetuta innumerevoli volte in tutto il libro come se si trattasse di una confessione del protagonista che ci accompagna nella sua comprensione della realtà e nel suo cambiamento interiore. Lo scrittore Antonio Tabucchi è morto il 25 marzo 2012.
“Sì, disse Pereira, però se loro avessero ragione la mia vita non avrebbe senso, non avrebbe senso avere studiato lettere a Coimbra e avere sempre creduto che la letteratura fosse la cosa più importante del mondo, non avrebbe senso che io diriga la pagina culturale di questo giornale del pomeriggio dove non posso esprimere la mia opinione e dove devo pubblicare racconti dell’Ottocento francese, non avrebbe senso più niente, e è di questo che sento il bisogno di pentirmi, come se io fossi un’altra persona e non il Pereira che ha sempre fatto il giornalista, come se io dovessi rinnegare qualcosa.”
Il fatto che lei abbia studiato psicologia mi incoraggia a parlare con lei, disse Pereira, forse farei meglio a parlarne con il mio amico padre Antonio, che è un sacerdote, però forse lui non capirebbe, perché ai sacerdoti bisogna confessare le proprie colpe e io non mi sento colpevole di niente di speciale, eppure ho desiderio di pentirmi, sento nostalgia del pentimento. Forse dovrebbe approfondire la questione, dottor Pereira, disse il dottor Cardoso, e se ha voglia di farlo con me io sono a sua disposizione. Ebbene, disse Pereira, è una sensazione strana, che sta alla periferia della mia personalità, e è per questo che io la chiamo limitrofa, il fatto è che da una parte io sono contento di aver fatto la vita che ho fatto, sono contento di aver fatto i miei studi a Coimbra, di avere sposato una donna malata che ha passato la sua vita nei sanatori, di aver tenuto la cronaca nera per tanti anni in un grande giornale e ora di aver accettato di dirigere la pagina culturale di questo modesto giornale del pomeriggio, però, nello stesso tempo, è come se avessi voglia di pentirmi della mia vita, non so se mi spiego.