E tutto appare soltanto “una volta!” e di “quell’una volta”, la foto fa poi un sempre. Soltanto attraverso la fotografia il tempo diventa visibile. Nel tempo, tra la prima e la seconda foto, appare la storia, che senza queste due foto sarebbe caduta nell’oblio di un altro sempre.
Così come io mentre fotografavo volevo perdermi fuori, nel mondo e dentro le cose, allo stesso modo ora il mondo e le cose scaturiscono dalla fotografia per entrare in me (e ogni altro osservatore). E lì vogliono continuare ad agire. Soltanto lì nascono le storie. Lì nell’occhio di colui che osserva.
Ogni foto è una rievocazione della nostra mortalità. Ogni foto tratta della vita e della morte. Ogni foto ha un’aura di sacralità. Ogni foto è più dello sguardo di un uomo, è superiore alle capacità del suo fotografo. Ogni foto è anche un aspetto della creazione al di fuori del tempo, da una visuale divina.
Wim Wenders Fonte: Eco di Bergamo, 12 aprile 2000