Secretum

TeatroDesidera_SecretumSecretum è un’ opera in latino composta da Francesco Petrarca tra il 1347 e il 1353, non destinata ad essere resa pubblica. Si tratta di un diario intimo in forma di dialogo teatrale mediante cui il poeta si confronta con un suo doppio, nelle vesti di Sant’ Agostino, autore da lui prediletto.

All’epoca in cui venne redatto Petrarca era in una congiuntura privata e pubblica delicata: perso l’appoggio dei Colonna, persa Laura a causa della peste, persa ogni volontà di restare alla vischiosa corte papale d’Avignone, desideroso di un cambio di passo, magari ritornando in Italia.

E’ la situazione in cui, a vario titolo, ci si ritrova di solito a metà dell’esistenza. Quando gli obiettivi terreni prefissati da giovani (famiglia, carriera, successo, ricchezza), raggiunti o no, hanno esaurito la loro spinta propulsiva e non bastano più a dare un senso al passaggio in questa valle di sorrisi e lacrime. Quando ciò che era brillante comincia a farsi opaco. Quando si fa strada prepotente il dubbio che ci sia dell’ altro cui tendere. Quando l’anima reclama con forza qualcosa di diverso, un punto fermo, nel mondo che cambia, qualcosa che resti, mentre tutto scorre, fosse anche solo un istante per meditare, lontano dai furori mondani, su caducità e certezza di vivere e morire.

È un passaggio obbligato che ciascuno affronta e risolve come vuole o come può. Con una rinascita spirituale. Ritornando alle vecchie storte abitudini. Alla fine dei tre giorni di esame di coscienza col vescovo di Ippona, alla presenza muta della Verità, Petrarca non pare granché convinto di poter rinunciare allo stile di vita tenuto fino a quel momento. Ha troppi impegni, dice, sparsi per il mondo, come ogni intellettuale di successo che si rispetti. Assicura il suo interlocutore immaginario e immaginato di essere deciso a non trascurare più la sostanza a vantaggio dell’apparenza, deciso a voltar pagina, a cambiare, ma non subito: non appena sbrigate le residue formalità che ancora lo tengono legato al suo tempo.

L’avrà fatto? Forse. In segreto. O forse no. Avrà rimandato la cosa, come si usa anche oggi, a dopo la conferenza stampa, la presentazione del libro, il passaggio televisivo, la firma del contratto. A tempi meno stretti insomma: e la sua crisi non avrà partorito che un altro titolo nell’elenco delle sue opere. Ma non lo facciamo anche noi, maestri nel rimandare l’essenziale per occuparci del superfluo? E’ umana debolezza. Far finta che niente sia destinato a finire. È così che tiriamo avanti. Finché la sorte non ci sfracella sugli scogli del dolore. Allora ci rimettiamo in carreggiata. Tutto si ridimensiona, riacquista la giusta proporzione. In extremis. Come non averci mai pensato profondamente! Eppure meditare sulla nostra impermanenza dicono sia il metodo più sicuro per vivere appieno il presente. Le crisi ci fanno morire per rinascere.

Servirebbe un po’ a tutti riconquistare uno sguardo un po’ più in su che rasoterra. Lo strepito della vita, come quello delle città, a volte è insopportabile. Cosa cerchiamo infine, vivendo, in questa società al crepuscolo, dai valori liquefatti? Silenzio? Natura? Fraternità? Dio? Semplicemente una risposta. Magari non da motore di ricerca, ottenuta per default, prima ancora di avere formulato una domanda.

Giovedì 28 luglio 2016
Chiesa di San Nicola – Almenno San Salvatore

SECRETUM
di Francesco Petrarca
con Maurizio Donadoni, Sebastiano Tringali
la verità/danzatrice Rosa Merlino
Teatri di Pietra-Rete dei Teatri Antichi

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