Stop al consumo del territorio

Bergamo da Google Maps

L’Italia è un paese meraviglioso. Ricco di storia, arte, cultura, gusto, paesaggio.Ma ha una malattia molto grave: il consumo di territorio.
I centri dei nostri paesi e delle nostre città si sono progressivamente spopolati. Le vecchie abitazioni vengono abbandonate e lasciate all’incuria o, alla meglio, vengono abitate da stranieri. Gli esercizi commerciali e gli uffici stanno progressivamente chiudendo. Restano le vetrine vuote.
Si costruisce alle periferie dei paesi e delle città. Spazi agricoli vengono asfaltati e cementificati. Nascono interi quartieri di nuovi condomini e villette oppure capannoni per attività artigianali, commerciali e industriali con tanto di parcheggi, strade e rotatorie. Sono quartieri privi di personalità e privi di servizi. Sono anonimi e squadrati capannoni prefabbricati. Per lo più le abitazioni restano sfitte e i capannoni non utilizzati.
Dove esistevano paesi, comuni, identità municipali, oggi troviamo immense periferie urbane, quartieri dormitorio e senza anima. Paesi e città si dilatano. Ci si sposta da un paese all’altro in una continuità di case, capannoni, esercizi commerciali.
I negozi a portata di mano nei centri di paesi e città vengono sostituiti da enormi centri commerciali dotati di ampi parcheggi in periferia. Per gli acquisti non c’è soluzione che spostarsi in auto.
Le strade vengono allargate, dotate di svincoli e rotatorie nella speranza di rendere il traffico più scorrevole. Sono strade adatte solo per i mezzi a quttro ruote. E’ esclusa la possibilità di spostamenti a piedi o in bicicletta.
Un cancro che avanza ogni giorno, al ritmo di quasi 250 mila ettari all’anno. Dal 1950 ad oggi, un’area grande quanto tutto il nord Italia è stata Seppellita sotto il cemento.
Soltanto negli ultimi 15 anni circa tre milioni di ettari, un tempo agricoli, sono stati asfaltati e/o cementificati. Il suolo cementificato riscalda il pianeta, pone problemi crescenti al rifornimento delle falde idriche e non reca più alcun beneficio, né sull’occupazione né sulla qualità della vita dei cittadini.
Questa crescita senza limiti considera il territorio una risorsa inesauribile, la sua tutela e salvaguardia risultano subordinate ad interessi finanziari sovente speculativi. Un patrimonio collettivo ed esauribile come il suolo viene svenduto per finanziare i servizi pubblici ai cittadini (monetizzazione del territorio).
Legislatori e amministratori possono fare scelte diverse: possono ispirarsi al principio del risparmio di suolo e alla cosiddetta “crescita zero”, possono indirizzare il comparto edile alla ricostruzione e alla ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio esistente.

Da http://www.stopalconsumoditerritorio.it

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