Piazza pulita

In questi giorni mi sono deciso a sistemare la mia scrivania senza andare per il sottile: l’obiettivo è stato quello di fare “piazza pulita” di appunti, documenti, cartelle e cartellette vecchie fino a 12 anni.

E’ un lavoro che ho meditato a lungo, ma che per mancanza di tempo e di coraggio ho sempre rimandato. Mi bloccava lo sforzo mentale che occorreva per questa attività e il dubbio che tutte queste carte potessero essere utili in qualche occasione oppure potessero essere qualcosa di importante da conservare. Ho finalmente maturato l’idea che queste carte non erano utili e nemmeno importanti: in pochissime occasioni ho avuto necessità di consultarle e nessun altro, a parte me, le avrebbe mai consultate. Avevano soprattutto l’effetto di impegnare la mia mente in modo inconscio su attività non finite completamente, su altre lasciate in sospeso da lungo tempo, su problemi marginali ancora da risolvere o su possibili migliorie da introdurre a programmi e procedure. Le carte erano lì, accumulate sulla scrivania, a ricordarmi quando arrivavo al mattino queste cose e a sottrarmi energie tutti i giorni.

Sfogliando questi documenti prima di sistemarli nei cartoni per la raccolta della carta sono riemersi i ricordi di tanti progetti sui quali ho lavorato in questi anni.

C’erano progetti di tempi in cui si lavorava con più entusiasmo e collaborazione, in cui eravamo più giovani, c’era tanto da costruire dentro e soprattutto fuori dall’ambiente di lavoro: la famiglia, i figli, la casa. Gran parte di questi sono i progetti informatici più importanti dell’azienda. Si tratta dei progetti sui software che costituiscono la struttura portante dei sistemi informatici dell’azienda. Progetti ambiziosi, che hanno impegnato per molti anni e sui quali sono state spese molte risorse. Tutti questi sistemi software sono ancora utilizzati nonostante la volontà di alcune figure responsabili che per brevi periodi si sono presentati con l’idea di procedere al rifacimanto o alla sostituzione con progetti approssimativi e superficiali mai realizzati.

C’erano progetti relativi a siti produttivi che negli anni scorsi sono stati chiusi: Pistoia, Casalmoro, Monfalcone. Mi sono tornate in mente le persone con cui ho collaborato e i luoghi dove ho lavorato. Resta la delusione per queste realtà delle quali si è persa la ricchezza di competenze, professionalità, umanità.

C’erano progetti mai portati a termine oppure che hanno avuto vita breve. Per lo più erano voluti da figure ambiziose spesso interessate più ai propri interessi personali che a quelli dell’azienda.

C’erano progetti rimasti nel cassetto dei sogni. Tra questi alcuni erano utili, ma non realizzati per mancanza di tempo, volontà o determinazione, altri risultavano irrealizzabili, complicati, poco funzionali.

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